venerdì, agosto 11, 2006

Incapace d'amare 2: un racconto di AleRemo



E poi, in fondo, quello del rendersi amico delle ragazze era l'unico modo che conosceva per rapportarsi ad esse senza impappinarsi troppo; gli piaceva e si piaceva mentre dava sfoggio di cultura alle persone che stavano intorno ad ascoltarlo; dopo, magari, intesseva un fitto gioco di sguardi e di parole con quella che l'aveva colpito di più (sui gusti in fatto di donne aveva della certezze incrollabili: dovevano essere bionde, con gli occhi preferibilmente azzurri o verdi, di taglio un po' orientaleggiante, non importa alte, con la bocca grande e le labbra fini, il naso dritto o poco poco aquilino, i capelli lisci o appena mossi, e un bel paio di tette perché, come aveva trovato scritto sui libri di Freud, la mamma è sempre la mamma); infine la invitava ad uscire o a rivedersi per mettersi a raccontare dei suoi problemi o a chiederle del ragazzo che, immancabilmente, aveva già.Gli mancava l'ultimo passaggio, quello che porta a far goal; lui, difensore da sempre per vocazione, doveva inventarsi rifinitore dell'amore per segnare in questa particolare partita.Era successo quando aveva conosciuto B. sei anni prima ad una cena; era il compleanno di sua cugina, che lui già conosceva, e il caso volle che finissero l'uno davanti all'altra. L'aveva già notata poco tempo prima ed aveva pensato quant'ècarinanonpotràmaiscenderealmiolivello ed era la stessa cosa che aveva in mente quando lei attaccò discorso mostrandosi interessata a lui; bastò poco perché la parlantina ed il bisogno d'innamorarsi avessero la meglio su tutte le razionalizzazioni possibili. Era partito e non c'era molto che potesse fermarlo. A metà serata lo sfiorò un pensiero ma davvero mi sta considerando? E lei lo considerava, eccome! Anche nel dopocena non aveva occhi ed orecchie che per lui; seduta sulle sue ginocchia ascoltava attenta i film e gli spettacoli visti, i libri ed i fumetti letti, i CD ascoltati e si meravigliava di quante e quali cose lui sapesse fare.C'era riuscito. Ma non se ne era reso conto; aiutato dallo stato di leggera euforia dato dal mischiarsi delle bevande alcoliche e dell'eccitazione per il successo ottenuto non si era accorto che l'inizio di una possibile storia aveva preso una china pericolosa, che lui avrebbe percorso, successivamente, fino (quasi) in fondo: lei era ad un livello superiore e non poteva che essere così; e lui fece di tutto affinché non scendesse da lassù. Le donne non si toccano neanche con un fiore. L'insegnamento dei genitori era un imperativo incontestabile; non restava (tutto doveva essere incasellato, bianco o nero) che l'Idealizzazione. E infatti B. divenne intoccabile, era una bambine da proteggere dalle insidie del mondo, da controllare nelle amicizie, ma con pudore, come a lasciare un'impressione di libertà, e da sollevare di qualunque dolore, difficoltà e, soprattutto, responsabilità.Ne aveva una molto importante a sua insaputa: lui le si rivolgeva col pensiero nei momenti di vuoto interiore, di leggera o forte depressione, di sconforto, come ci si rivolge abitualmente alla Madonna durante i momenti di preghiera o come si fa con la Musa Ispiratrice nei momenti di creatività artistica. Un angelo, con tutto quel che ne consegue; assolutamente priva di qualunque desiderio o aspettativa sessuale, probabilmente asessuata e desiderosa di amore contemplativo.Un chiaro caso di proiezione, avrebbe scoperto poi. Ed anche contraddittorio: gli piaceva perché era tutto meno che un angelo; era molto sveglia; sì dolce, ma anche velenosa, competitiva e consapevole della propria bellezza (solo le "gambe secche", ogni tanto, non le piacevano di sé). Insomma, era tutto e il suo contrario, e ciò non poteva essere coerente. anni dopo, chiedendo un giudizio su di lei, un amico di lui la definì come "la classica tipa per cui si può perdere la testa"; mai giudizio fu tanto condiviso e vissuto.Freud, nella prima teoria sull'amore, contenuta nei "Tre saggi sulla teoria sessuale", sostiene che nel periodo intercorrente tra le fasi fallica e genitale si forma una corrente affettiva della "libido" separata da quella sessuale; quando si giunge alla fase genitale le due correnti si riuniscono e la "libido" viene investita su un oggetto d'amore scelto inconsciamente come sostituto della madre. Se ciò non avviene, durante l'adolescenza, si può diventare patologici.Di essere malato lo capì sei anni dopo, quando aveva deciso di interrompere qualunque tipo di rapporto con B., e in un periodo di estrema riflessione sugli avvenimenti della sua vita. Nonostante avesse cambiato molte cose non era ancora riuscito a chiudere questo conto con il passato, anzi, l'amore per lei era una delle poche cose cresciute con lui, modificandosi ed adeguandosi ai cambiamenti realizzati con fatica. Ora non la vedeva più angelicata, ed anche lei non aveva più lo sguardo vispo che le era sempre appartenuto; glielo offuscava un velo di malinconia, dovuto alle vicissitudini attraversate, causate dal suo temperamento sguaiato ed ingenuo allo stesso tempo. Inoltre B. aveva una caratteristica particolare nell'intervallare litigi e buoni rapporti con lui: si faceva vedere e sentire nei momenti di massimo sconforto ed aveva l'effetto devastante sul tran-tran di lui della cocaina; euforia ed iperattività all'inizio, depressione profonda dopo.Ma quando accadde di nuovo, sei mesi dopo l'ultima stronzata, lui volle dimostrare che qualcosa era cambiato, doveva dimostrarlo, sia a lei, sia a se stesso.

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