domenica, ottobre 07, 2007

La modestia e l'umiltà, arma dei forti: Pisa - Ascoli 2-1

Quarto successo consecutivo per i nerazzurri e solitario terzo posto in graduatoria a quota 18 punti. Questo l'esito della giornata odierna dove il Pisa di mister Ventura, battendo l'Ascoli dell'ex Ivo Iaconi, continua a stupire e a consolidare la sua posizione nelle alte sfere della classifica. L'atmosfera in curva è perfettamente adeguata al messaggio della società: lavoriamo in umiltà. Ogni gara fa storia a sé. Nessuna illusione quindi. Mi viene in mente il brano di Cicerone sulla modestia di Platone che in occasione di un viaggio ad Olimpia pare avesse dormito per alcuni giorni in una tenda con uomini, che non conosceva e ai quali lui era sconosciuto. "Tuttavia non si vergognò della loro compagnia, né arrecò loro fastidio con discorsi raffinati e non ebbe avversione per le loro menti ignare, ma si procurò la devozione di tutti con affabilità e cortesia...non fece alcun accenno a proposito del suo maestro Socrate o riguardo la filosofia, e non li informò sul suo nome, perché voleva nascondere loro chi egli fosse. Ma, dopo la fine dei giochi, essendo tornato ad Atene con i suoi compagni di tenda, gli chiesero di condurli nell'accademia e di mostrargli quel famoso Platone, che tutti consideravano il più grande filosofo. Allora egli sorridendo dolcemente, disse: "Sono io Platone". Dopo essersi meravigliati di questa cosa, si pentirono molto di essere stati a lungo nella stessa tenda con un tale uomo e che nessuno gli avesse chiesto chi fosse." Discepolo di Socrate, Platone apprende la modestia del suo maestro che sa quanto poco egli sa.In età moderna troviamo la figura di Kant che decostruisce la metafisica e perquesto riesce ad assicurare un altro avvenire alla filosofia. E sancendo la fine di un'epoca, promette un nuovo inizio. Una filosofia a vocazione cosmica o cosmopolitica accetta la propria costitutiva incompiutezza. Con Kant la ragione, ammettendo la critica, ammetterà di essere esposta all'erranza e alla storia. Si sa che il professore di Königsberg non poteva sopportare la presunzione e la saccenteria, forse proprio questo più di tutto ha insegnato alla filosofia: la modestia.L'ascolto del reale è proprio dell'umiltà. A questo proposito Simone Weil: "Il legame tra umiltà e filosofia autentica era noto nell’antichità. Tra i filosofi socratici, cinici, stoici l’essere ingiuriati, colpiti e anche schiaffeggiati sopportando tutto ciò senza la minima reazione di dignità istintiva era considerato parte del dovere professionale. Poiché l’apostolato è una professione vicina o identica al filosofo, il precetto di Cristo ai discepoli «porgete l’altra guancia» deve essere considerato allo stesso modo." A Gandhi è attribuita la considerazione che la ricerca della verità, senza l’umiltà, è condannata a degenerare in una tremenda caricatura di sé stessa. E così la filosofia del Tao: l’uomo saggio agisce senza rivendicare il risultato come proprio; egli consegue l’obiettivo ma non vi resta aggrappato: -- egli non desidera dimostrare la propria superiorità.

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