mercoledì, settembre 15, 2010

“Che la Forza sia con te”. Cronaca di un’operazione “casalinga”.




Come molti di voi certamente sapranno, lo Staff direzionale risulta particolarmente colpito dal punto di vista della salute dei propri operatori. Io sono uno di questi. Sottoposto all’Operazione nel proprio luogo di lavoro – solo un piano al di sopra del mio ufficio, ad una distanza veramente minima dalla poltrona cui sono aduso poggiare le martoriate terga. E’ una sensazione strana ma unica, che ci crediate o meno differente dagli appassionati resoconti di viaggio con cui il Dr. Salis allieta queste pagine.

Posso affermare con cognizione di causa che l’Operazione “casalinga”, a dispetto delle teorizzazioni di economia sanitaria più in voga (libertà di scelta delle cure, meccanismi di compensazione, contendibilità del “mercato della salute”) ha un grande effetto psicologico in termini di riduzione della strizza da parte del malcapitato.

Non so come ma vi dico che è così e non credo di offendere nessuno e dio sa quanto delicati siano i meccanismi della politica sanitaria se affermo che ero a casa, mi sentivo persona e non credo sia solo per la mia posizione, dato che non tutti mi conoscevano come operatore, ma tutti son stati gentili, educati, solerti, estremamente professionali.

Il giorno prima vi giuro è sempre strizza a duemila. Miracolosamente disciolta come neve al sole quando un medico mi spiega esattamente di cosa si tratterà. In modo semplice, diretto, pieno di empatia. Se ne parla tanto di empatia. Ne parlo nei miei corsi, pane quotidiano e qui la vedi applicata alla perfezione. Vi giuro mi è scesa una grande sicurezza e tranquillità, tanto da farmi affrontare l’Operazione nel modo che sentirete.

Tocca a me e mi vengono a prendere le barelliere che prima di giungere al vassoio in cui dovevo essere scodellato per le sale operatorie iniziano ad imbastire una curiosa conversazione su Sandro Giacobbe, poco conosciuto data la loro giovine età, al che mi sento in dovere di intonare la sua canzone più importante “Signora mia” con grande costernazione da parte del personale delle sale.

Quest’episodio, accanto alle battute di qualche operatore che mi riconosce, mi fa sentire un po’ al di sopra dell’angoscia. Nella sala l’intenso muoversi, brulichio di attività per me incomprensibili. Nel formicaio passano personcine piccole completamente avvolte negli indumenti verdi e mi viene addirittura spontaneo accostarle ai topini infermieri nella carcassa di camion che si accingono ad operare l’albatros Wilbur ferito in “Bianca a Bernie nella terra dei canguri”. Wilbur sono io, anche quando l’anestesista simpaticissimo inizia il suo lavoro.

“Ma lo sapete chi è questo signore? Quello che ci porta i reclami… dove sta il divaricatore da cavalli?” “Io scappo, siete matti” “Provaci se ti riesce…” Eppoi il sonno. E dopo il sonno ti svegli e sei ancora a casa qui da Nocentini circondato da operatori che vedi tutti i giorni ma che adesso puoi osservare all’opera e direttamente su di te. Alcuni ti seguono da mesi come il Dr. Convalle o come lo splendido Dr. Puccinelli la cui disponibilità ti fa sentire come sostenuto da una solida colonna e questo ti da sicurezza. Ne esci ripieno di una marea calma.

Mi scuso in anticipo e chiedo comprensione qualora dal mio articolo personaggi con struttura caratteriale rigida e poco incline allo spirito evidenziassero episodi o comportamenti inappropriati. E’ solo colpa mia, della mia memoria o delle emozioni del momento

Pubblicato su "Percorso Sanità" Luglio 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

Spendido!!! Sei veramente splendido! nonostante la sofferenza fisica e morale riesci a usare l'ronia. Bellissima l'immagine dei toppini-infermieri- chirurghi di sala operatoria...caro Albatros - Wilburg, "Che la Forza sia con te"!
Bianca(Enri-topino lilla, il colore delle infermiere)