mercoledì, gennaio 04, 2012

Carissima,

è da un sacco che ti cerco e finalmente l'altra sera il miracolo: il tuo ex apparso in rete è sceso dalla sua cosmica verticalità e mi ha detto di averti incontrata e così - scusami per quella che ormai, dopo tanti anni, potrebbe essere vissuta da te come un' intromissione - ho chiesto le tue coordinate.

E' da quella sera che sto pensando ad una lettera speciale a te e per te. E non potevo non scriverti, se quella là la considero ancora una grande bella amicizia. Forse dirai e me lo son detto di già che io non so fare i conti col passato. Cioè
non concepisco ancora la perdita e l'allontanamento delle persone care.  So che hai un marito e figli, che insegni ed è tutto quel che so di te oggi.

Mi spaventa di questi anni la mole di fatti, persone, cose che abbiamo vissuto, visto, sentito, perso, lasciato, ecc. Troppo. E questo troppo mi spaventa e allo stesso tempo mi affascina, perchè persone dal passato risorgono con tutta la forza della Storia che si lasciano dietro.

In questo periodo ho incontrato alcuni dal passato (i compagni delle superiori, alcuni in ordine sparso) grazie alle tecnologie di oggi. Ma la cosa che mi ha stupito di più è che gli incontri son stati quasi come rapporti molto occasionali, fughe d'istanti, cotti e mangiati, un fast food dell'incontro. Mentre forse quei momenti di riavvicinamento avrebbero dovuto avere spazi più vasti, faccia a faccia molto più profondi, per raccontarsi vicendevolmente quel che siamo stati quando non siamo stati insieme.

Una narrazione che è stata solo liofilizzato di memoria, sintesi miserevole di un epos. Mi aspettavo altro e m'illudo dato che anch'io son diventato buono a correre e meno buono a raccontarmi e ad ascoltare altrui racconti. Mi stupisco di come ci si sorvola vicendevolmente e questo mi rappresenta una cosa soltanto: la percezione chiara che le nostre vite non valgano nulla per noi e per gli altri. Di fronte ai grandi eventi noi che non siamo mai stati in tv ci percepiamo così piccoli ed insignificanti anche quando ci porgiamo reciproca memoria?

Non posso crederlo fino in fondo e così mi tocca dedicarti questa canzone. Spero tu la raccolga e pensi un pò al tuo fedele amico con cui hai ripassato hegel, che ti disegnava lo spirito soggettivo come una lattina di cocacola. Quello che ti giustificava quando superenergetica sbattevi le porte della biblioteca di facoltà. E ti circondavi di calciatori, postini, sarzanesi, spezzini ed anche lucani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non è vero quel che dici , che le vite degli altri ci sfuggono e contano poco , se tu sapessi quanto ti ho pensato , e come son rimasta basita quando Nilo ha detto che ti aveva incrociato , e che ricordi ho di noi e della tua casa in campagna , di certe mattinate magnifiche a studiare sociologia e di come mi sentivo nulla di fronte a te - almeno in questo avevo ragione -. Sapessi che fatica in questi anni andar avanti con il ricordo di centinaia di volti dispersi , su strade ignote , e quante domande ( come sta, che fa adesso , chi è sua moglie , chi è suo marito , si sarà laureata , avrà un lavoro sicuro , sarà felice ...) . Sapessi che fortuna avere il web e rivedere, attraverso le finestre cosmiche che ci apre, i volti di oggi che sono riferiti a ieri , noi che già avevamo la fortuna di rivederci in foto , la prima generazione , ora possiamo riprenderci nel mondo grande e globale che ci aveva perso ...che emozione risentirti , come vorrei riabbracciarti , avere notizie , invitarti qui con la tua famiglia ...etc ...l'emozione mi vince , ma confido che risponderai , baci , Anna M

Anonimo ha detto...

Caro Roberto, in tutta sincerità non mi va di comunicare in questo modo che mi è difficoltoso, se ti è possibile preferirei la normale posta elettronica e vorrei darti recapito telefonico, non sul blog, perchè mi piacerebbe poterti parlare senza questo filtro distanziatore che mi mette a disagio. Fammi sapere appena potrai, la casella mail ce l'hai, spero che febbraio sia iniziato bene per te e i tuoi cari, la neve, a Pisa, sarà stata certo abbondante, o no?
Ciao,
Anna