Oggi guardo la copertina de “L’espresso”: viene annunciata un’inchiesta sulla prostituzione minorile.”L’Italia ha il record europeo delle baby-schiave. Comprate all’Est e in Africa. E costrette a vendersi sulla strada.” Un pensiero immediatamente ma fa legare queste parole alla pagina dopo, quella di controcopertina, in cui appare la pubblicità della nuova BMW Z4 coupè: un gioiellino di auto. Mi chiedo quanto veramente sia importante per l’Occidente opulento la salvaguardia dei paesi poveri, o se non sia piuttosto dal nostro stile di vita che nasca l’Ingiustizia? Volto alcune pagine tutte piene di pubblicità che fanno scordare l’Africa, le ingiustizie, la povertà e le nuove schiavitù con abiti firmati e donne e uomini belli e vuoti.
La tipa bellissima, con un uomo che le sta addosso seminudo guarda verso il lettore come per dirgli: “Vedi che posso essere tua, se anche tu ti comporti come lui?” “A patto che tu….” Ovvero “se sei capace di apprezzare questo maglione che ho sulla pelle?”.
Distorsioni di un sociologo, di una mente ipercritica? Per nulla, dato che qualche pagina dopo, sono folgorato dal primo articolo in assoluto della rivista. Da Giorgio Bocca che trattando il tema della comunicazione disastrosa che il governo prodi sta gestendo in questi giorni di finanziaria, parla della “bravura”, nel senso di furberia dei manager e dei pubblicitari quando comunicano. Questo per contrapporlo alla mancanza di professionalità dei governanti in tema di comunicazione. Ma quel che impressiona nei manager è che loro fanno “il gioco delle tre carte in versione moderna”. Sanno essere ermetici, non spiegano alla gente i furti della classe manageriale, perché non è facile dire la verità delle cose “quando il capitalismo diventa socio della mafia”, quando strozza la concorrenza di cui si dice paladino. Questa disinvoltura è la fonte più importante della comunicazione. Ed è droga pura. Quel che Marx diceva della religione potremmo benissimo trasporlo sulla pubblicità “oppio dei popoli”.
Distorsioni di un sociologo, di una mente ipercritica? Per nulla, dato che qualche pagina dopo, sono folgorato dal primo articolo in assoluto della rivista. Da Giorgio Bocca che trattando il tema della comunicazione disastrosa che il governo prodi sta gestendo in questi giorni di finanziaria, parla della “bravura”, nel senso di furberia dei manager e dei pubblicitari quando comunicano. Questo per contrapporlo alla mancanza di professionalità dei governanti in tema di comunicazione. Ma quel che impressiona nei manager è che loro fanno “il gioco delle tre carte in versione moderna”. Sanno essere ermetici, non spiegano alla gente i furti della classe manageriale, perché non è facile dire la verità delle cose “quando il capitalismo diventa socio della mafia”, quando strozza la concorrenza di cui si dice paladino. Questa disinvoltura è la fonte più importante della comunicazione. Ed è droga pura. Quel che Marx diceva della religione potremmo benissimo trasporlo sulla pubblicità “oppio dei popoli”.
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