Anni fa all epoca del punk uscì un gruppo fantastico The Pop Group che aveva fatto un album il cui titolo era “We are all prostitutes”, titolo azzeccato quanto mai. Quanta verità! La tipa bellissima della pubblicità mi rimanda ad un altro pensiero fuori rotta: come fa una tipa così bella e dallo sguardo intelligente a farsi trattare così e a violentare così i suoi simili ? Il messaggio è chiarissimo: “Quanto siete perdenti/coglioni/miserrimi se non fate come lui” – quello di prima che le sta addosso seminudo.
Dunque, tutti prostitute, incapaci di uscire dalla gabbia, perché là, fuori da Matrix, c’è il nulla, l’eterno sgomento, la perdizione. Matrix è sicurezza che le illusioni si replicheranno all’infinito. La prima di queste è la negazione che ci stiamo uccidendo con le nostre mani. Ci nutriamo di illusioni per non essere fuori da questo luogo. Il pensiero monoposto globale fa di noi prostitute attratte solo da quel minuto di gloria in cui ti chiamano “bella”, “brava”, “ci sai fare”. E sbaviamo quando ce lo dicono. Le nostre giornate sono programmate al millesimo di minuto per farsi riconoscere come perbene e aumentare in tal modo la nostra autostima. Tutto diventa perfettamente adeguato al potere, siccome riconosci qualcuno in grado di gratificarti, là c’è il potere e l’adesione incondizionata ad esso. Tanto che coloro che lo detengono si chiedono come mai questa passività e si istituiscono corsi aziendali per motivare alla partecipazione. “Preferisco che un mio operatore venga qui e batta i pugni sul tavolo, a questa massa di passivi”, disse un giorno uno dei tanti boss, incosciente del disastro a cui tutti stiamo assistendo: la prostituzione di massa. Ma una prostituta non partecipa, non ti bacia mai. Dipendenza psicofisica dalla gratificazione, che genera autostima. L’assenza delle due si concretizza nella patologia di massa: la depressione. Andrebbero buttate all’aria tutte le psicoscienze che negano Matrix e per le quali va mostrata solo la faccia positiva del mondo, perché in fondo esso è bello, santo, pieno di grigio, ma in fondo cos’è il grigio? Allora si rattoppano le menti, come facevano le crocerossine con i soldati di un esercito sull’orlo della sconfitta: riparare per riavviarli al massacro.
Dunque, tutti prostitute, incapaci di uscire dalla gabbia, perché là, fuori da Matrix, c’è il nulla, l’eterno sgomento, la perdizione. Matrix è sicurezza che le illusioni si replicheranno all’infinito. La prima di queste è la negazione che ci stiamo uccidendo con le nostre mani. Ci nutriamo di illusioni per non essere fuori da questo luogo. Il pensiero monoposto globale fa di noi prostitute attratte solo da quel minuto di gloria in cui ti chiamano “bella”, “brava”, “ci sai fare”. E sbaviamo quando ce lo dicono. Le nostre giornate sono programmate al millesimo di minuto per farsi riconoscere come perbene e aumentare in tal modo la nostra autostima. Tutto diventa perfettamente adeguato al potere, siccome riconosci qualcuno in grado di gratificarti, là c’è il potere e l’adesione incondizionata ad esso. Tanto che coloro che lo detengono si chiedono come mai questa passività e si istituiscono corsi aziendali per motivare alla partecipazione. “Preferisco che un mio operatore venga qui e batta i pugni sul tavolo, a questa massa di passivi”, disse un giorno uno dei tanti boss, incosciente del disastro a cui tutti stiamo assistendo: la prostituzione di massa. Ma una prostituta non partecipa, non ti bacia mai. Dipendenza psicofisica dalla gratificazione, che genera autostima. L’assenza delle due si concretizza nella patologia di massa: la depressione. Andrebbero buttate all’aria tutte le psicoscienze che negano Matrix e per le quali va mostrata solo la faccia positiva del mondo, perché in fondo esso è bello, santo, pieno di grigio, ma in fondo cos’è il grigio? Allora si rattoppano le menti, come facevano le crocerossine con i soldati di un esercito sull’orlo della sconfitta: riparare per riavviarli al massacro.
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