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domenica, settembre 29, 2019

Sradicati




 

Lo spaesamento è dappertutto. Un fenomeno che accompagna la stagnazione economica ed il deperimento dei valori civili della nostra nazione. Si manifesta in una serie di molteplici forme. Lo vedi dal degrado dei centri urbani, dalle trasmissioni volgari, dai videoclip immorali. Ma lo percepisci da tanti di quelli che ti circondano lo spaesamento.

Sono lì quasi assenti a suggerirti che loro non hanno nulla a che vedere con la tua storia. Nulla collima se guardi i tatuaggi piccoli posticci o enormi fatti di simboli gotici o di culture estranee. Sembrano venuti improvvisamente dal nulla, le copie dell'uomo che cadde sulla terra, repliche di improbabili alieni senza fascino perché privi di storia.

Di ogni età, stenti a collocarli in uno qualsiasi dei piani orizzontali, sottoculture, chiese o partiti, vuoti, quasi autistici nelle loro espressioni. Proprio per queste loro non caratteristiche non riesco a definirne i contorni. Proprio non ci riesco, tanto lontani dalla mia memoria. Qualunque relazione con loro comporta una investigazione ed una sequela di domande che mi pongo: quali radici può avere? Questa parola da dove l'ha tirata fuori? Come si sente adesso? E' adeguato a questo nostro fortuito incontro?

Si perché ogni incontro con loro (loro chi?) ti trascina in un gorgo dolente di fatti ed eventi senza dimensione, a cui non agganci niente. Questa mia percezione è senz' altro il portato della mia vecchiezza, ma non può essere solo quello. C'è molto altro nello spaesamento che vedi sulle facce, nei movimenti del corpo, nei segni visibili o meno di questi personaggi dostoievskiani. C'è sradicamento, mutazione antropologica e altro ancora. Segni di un linguaggio che lentamente, a poco a poco sto decifrando. Fili di una matassa che sto sbrogliando, in un' operazione di recupero che stiamo compiendo in molti, anche se non ce lo diciamo.

Comincio a capire cosa si nasconde dietro questa rabbia; le espressioni violente non sono solo tracce di odio, ma anche bisogno di ascolto. C'è emarginazione nei nostri alieni, richiesta di spazio in una terra straniera. In fondo sono loro i migranti, anime vuote che ballano in qualche non luogo insieme al sudore selvaggio, armati di parole d'ordine (il cuore di maria, patria, orgoglio, difesa della nostra cultura,...). Dietro tutto c'è l'identità, la sua ricerca ossessiva incessante, dato che se siamo qui dobbiamo essere qualcuno. In questa chiave sto cercando un modo positivo per iniziare a raccontargli cosa siamo, da dove veniamo e magari dove vorrei che andassimo insieme.

venerdì, agosto 03, 2012

Intervista a Martina, luci ed ombre di una donna fuorisede



D: Tu che nasci come una vera artista per la quale l'espressività in tutte le sue forme rappresenta il karma della propria vita, che ne pensi dei bancari?

M: Credo che i bancari celino qualcosa. Mi spiego meglio. Credo che fondamentalmente siano persone che nascondono delle passioni forti, come il cinema, o la musica, ma che si perdono inevitabilmente col passare del tempo, a causa del loro lavoro. Conosco bancari che potenzialmente potrebbero essere critici musicali!

D: Ami di più Vendola o la Rosy Bindi? Dei due con chi faresti l'amore in una pubblica piazza?
 
Ovviamente amo più Vendola! E scelgo lui anche per l’amore in pubblica piazza!

D: Cosa ne pensi del Pisa? E di Pisa? E dei pisani? E della Pisani?
 
Allora, del Pisa, non ne ho la più pallida idea, il calcio non è il mio forte ( o per meglio dire non me n’è mai fregato nulla!). Di Pisa, una delle città del mio cuore! Dei Pisani, diciamo che ne salvo giusto due o tre, per il resto sono solo snob! Della Pisani, l’unica Pisani che conosco è la pallavolista, se è di lei che parli, beh, nulla da dire…

D: Come tutti sanno fai del nudismo la tua bandiera. Quali spiagge preferisci per questa tua espressione corporea?

Ehm, dappertutto??

D: Sei mai stata stitica?

La scorsa settimana per la prima volta nella mia vita! 

D: Adesso quanto sei statica?

Statica per niente proprio!

D: Ultima e penultima domanda: stai bene attenta. Chi vorresti dei tre come fidanzato: a. riccardo b. il piccolo monteverdi c. luca jazz

Ovviamente quel bell’uomo di Riccardo! 

D: So che avesti voluto aggiungere come mai non mi ci son messo io nella lista, ma la mia modestia parla per me. Bye!

giovedì, febbraio 02, 2012

Roberta e Matteo

Sorrido al pensiero che domattina potrò lavorare con voi che siete il meglio. Intendo per meglio un sacco di cose che vanno
dall'amicizia, alla professionalità, alla semplice conoscenza. Siete il meglio e ringrazio chi ha permesso che c'incontrassimo,  cioè un bel pò di gente ed in particolare quello che voi chiamate "babbo", ma che io preferisco soprannominare "fratello maggiore" oppure "mio mentore".

Ringrazio tutte le circostanze e le cose che ci hanno unito.  Voi che rappresentate la limpidezza, l'onestà ed il merito. A voi affiderei il governo, qualsiasi governo di qualsiasi istituzione perché ci mettete la testa ed il cuore insieme quando vi dedicate ad una qualsiasi cosa. Siete semplici perché interpretate quel cuore che molti umani hanno e che i molti umanoidi hanno perso.


Funziona 24 ore su 24 la vostra stupenda umanità che scioglierà nell'acido della vostra rabbia le consapevoli cattiverie e prevaricazioni, le ambiguità e le distorsioni egoistiche dei "poveri" di spirito che ci circondano. Voi siete la vera politica, la vera svolta umanista di questo secolo appena iniziato e già così corrotto e moribondo.

Confido di poter ancora lavorare con voi e ridere ancora, aiutato dalla vostra infinita voglia di vivere adesso laicamente adagiati sulla responsabilità che sentite di avere verso il mondo che vi ha generato e verso tutto il mondo che ogni giorno affrontate con l'animo sereno dei migliori, dei più veri.

venerdì, gennaio 27, 2012

venerdì 26 gennaio 2012

Ciao Anna,
finalmente ci provo e come viene viene. Deh ci ho messo giorni perché io da bravo nevrotico volevo cose fantasiose ultra superbe da scriverti e non le solite banalità tipo come va, come sto come stai. Per te era destinato un altro trattamento. E invece passavano i giorni e non partorivo nulla di nulla.

Ero partito con un testo letterario, preludio tipo come sto adesso e lenta immersione con rapidi flashback nel passato, te che arrivi in facoltà, io che leggevo le mie poesie... Era troppo altisonante, troppo pedante per me. Dovevo ridimensionare le mie pretese. Allora ho pensato ad una cosetta più drammatica, con un filo rosso basato sugli anni da quando ci siamo persi fino ai giorni nostri. Una lunga lettera ad effetto che credo avresti accolto come una cosa pallosissima.

E adesso mi ritrovo qui con dentro miriadi di pensieri affogati nella testa e non so se dirti dei casini o delle cose spettacolari e stupende che ho e che avevo. E' ganzo però questo turbinio di pensieri che ti rivolgo ma che spudoratamente rivolgo anche a me stesso.

"Ohi ohi devo descrivermi, devo proprio parlare di me? "
"Beh sì certo, è necessario, visto che stai cercando di relazionarti con un altro essere umano, molto caro a te per giunta"
"Verissimo, ma chissà com'è cambiata.. cosa penserà, cosa vorrà immaginare io sia adesso. E' sempre così quando siamo lanciati lontano nel tempo e nello spazio".
"Che t'importa? Conta quell'immagine che porti nel cuore. Tutta quella serie di sensazioni memorizzate".



sabato 27 gennaio 2012

Poi è venuto improvvisamente il distacco. Un salto e siamo ad adesso con una voglia incredibile di sapere di te.

mercoledì, gennaio 04, 2012

Carissima,

è da un sacco che ti cerco e finalmente l'altra sera il miracolo: il tuo ex apparso in rete è sceso dalla sua cosmica verticalità e mi ha detto di averti incontrata e così - scusami per quella che ormai, dopo tanti anni, potrebbe essere vissuta da te come un' intromissione - ho chiesto le tue coordinate.

E' da quella sera che sto pensando ad una lettera speciale a te e per te. E non potevo non scriverti, se quella là la considero ancora una grande bella amicizia. Forse dirai e me lo son detto di già che io non so fare i conti col passato. Cioè
non concepisco ancora la perdita e l'allontanamento delle persone care.  So che hai un marito e figli, che insegni ed è tutto quel che so di te oggi.

Mi spaventa di questi anni la mole di fatti, persone, cose che abbiamo vissuto, visto, sentito, perso, lasciato, ecc. Troppo. E questo troppo mi spaventa e allo stesso tempo mi affascina, perchè persone dal passato risorgono con tutta la forza della Storia che si lasciano dietro.

In questo periodo ho incontrato alcuni dal passato (i compagni delle superiori, alcuni in ordine sparso) grazie alle tecnologie di oggi. Ma la cosa che mi ha stupito di più è che gli incontri son stati quasi come rapporti molto occasionali, fughe d'istanti, cotti e mangiati, un fast food dell'incontro. Mentre forse quei momenti di riavvicinamento avrebbero dovuto avere spazi più vasti, faccia a faccia molto più profondi, per raccontarsi vicendevolmente quel che siamo stati quando non siamo stati insieme.

Una narrazione che è stata solo liofilizzato di memoria, sintesi miserevole di un epos. Mi aspettavo altro e m'illudo dato che anch'io son diventato buono a correre e meno buono a raccontarmi e ad ascoltare altrui racconti. Mi stupisco di come ci si sorvola vicendevolmente e questo mi rappresenta una cosa soltanto: la percezione chiara che le nostre vite non valgano nulla per noi e per gli altri. Di fronte ai grandi eventi noi che non siamo mai stati in tv ci percepiamo così piccoli ed insignificanti anche quando ci porgiamo reciproca memoria?

Non posso crederlo fino in fondo e così mi tocca dedicarti questa canzone. Spero tu la raccolga e pensi un pò al tuo fedele amico con cui hai ripassato hegel, che ti disegnava lo spirito soggettivo come una lattina di cocacola. Quello che ti giustificava quando superenergetica sbattevi le porte della biblioteca di facoltà. E ti circondavi di calciatori, postini, sarzanesi, spezzini ed anche lucani.

martedì, novembre 09, 2010

Stefano

Stefano è presente come sempre e come sempre amico. E' da troppo che non lo vedo. Da quando  tempo fa è entrato nel mio ufficio come un uragano, con la sua foga e la solita voglia di riannodare fili. Allora stavo male, ma la sua presenza calda mi servì a risvegliare ore di discussioni sul mondo come lo volevamo e come ancora lo vorremmo.  La sinistra è davvero cieca se non ti ha scelto come leader.

La nostra amicizia - perché così oso chiamarla - è fatta di politica e di tante discussioni. Io, lui e Ignazio eravamo fortissimi. Stefano era il centro di questa triade dove io ero lo sbandato tra fede e materia, ignazio anarchico passionale incredibilmente volatile e lui in mezzo a moderare, spegnere, tirarci a terra ma con una passione tutta sua che infonde sicurezza e quiete, anche quando strabuzza gli occhi e ti porta dentro la sua felicità fatta di ragione, di dimestichezza col mondo, come a dirti "non ti preoccupare, non cambia nulla e se cambia è sempre la solita presa per il culo".

E ci sarai sempre tu a ricordarcelo che c'è la passione per le cose, ma in fondo tanti giri di pensiero son nulla se non ci metti pragmatismo e schietta praticità.
Se decidessi davvero di volermi bene, ti dovrei frequentare di più.

giovedì, ottobre 07, 2010

L'amico orsacchiotto

 "Era inevitabile Robe, non potevo non farlo!"

Robe è un amico stile orsacchiotto. Gli amici stile orsacchiotto maschi - delle femmine orsacchiotte diremo un'altra volta e ne parleremo più diffusamente nella rubrica "Tra le fresche frasche" - hanno le seguenti particolarità. La prima è che capita con l'amico orsacchiotto di parlare di emozioni con una frequenza altissima per quelli della mia azienda (appunto i maschi) e cioè circa ogni tre sconfitte consecutive della squadra del cuore. E' allora che, rinchiusi in auto alle 17 di una domenica piovosa grondano disperazioni tali da far dire "evvai il cuore si apre!". Tali momenti con amici normali durano solo lo spazio della vita di un lepidottero ma con l'amico orsacchiotto possono addirittura espandersi oltre il quarto d'ora e tracimare in tristissimi ricordi di donne portoghesi in piazza del campo  che continui ad invocare vestito in flanella da basket sudata e puzzolente come i calzoncini troppo corti e l'espadrillas sempre azzurre. Ed allargarsi a feste di sansilvestro bavaresi della serie andiamo tutti a vedere la città imbiancata di neve, ragazzi è stupendo, seguito da ripugnante emissione di bavette al pesto mitragliate sulla amichevole combriccola italotedesca.


L'amico orsacchiotto è complice di tutto. Non c'è discussione ma sempre e soltanto confabulazione, fatta di tripli sensi e rituali sconosciuti al resto del mondo, eccetto ric.  Vi sembra ossessionante? Per nulla. Robe è la certezza che ci sarà sempre una quotidianità, uno stadio ed un pezzo di cecina dal montino, anche se non ci si vede per settimane.


La complicità arriva al punto che per ogni moglie, fidanzata o concubina è il suo confessore per segreti prestabiliti, quindi false verità. Di frasi già concordate in una pianificazione ultraventennale anche intrapsichica e quindi puntigliosissima. Con un tipo del genere davanti a tutto il mondo sei il polo della coppia starsky e hutch, stanlio ed ollio, quiquoqua (no questi son tre).  Con Robe poi ti guardi indietro ed hai non una ma migliaia di anni di storie da raccontare e tutte divertenti e tutte nostre, quindi inenarrabili. avvolte dal pudore della storia che ha spessore. Anche quando i casini ti avvolgono c'è senza giudizio.  E si preoccupa, eccetto quando ne ho fatte di grosse come case. ma anche allora non è mai mancata l'ironia, la sensibilità e la voglia di godersi l'attimo. Grazie ancora.

venerdì, settembre 03, 2010

In memoria di Franco

Non so come mai sei rimasto qui dentro 

anche se dal duemila non ci si vedeva,
era possibile, pensabile
poter ancora incontrarti e viaggiare con te al carnevale di venezia con hans,
giù a tolve con roberto
era possibile farti suonare ancora
castigo di dio ed era possibile sentirti raccontare il tuo mondo di api e cavalli
e ancora musica come la tua splendida vita.

E prima di partire andare al mercato dove comprasti
buffissimi pantaloni a righe bianche e verdi.
E vederti saltellare sui letti in campagna come folletto del cielo.

Ma adesso
cercando dappertutto tuoi segni
invidio quelli che hanno potuto
ridere con te.

Ma c'è solo silenzio
e non so quale altra lacrima mi resta per piangerti.

mercoledì, settembre 01, 2010

Il mio amico Ric



Parlare del mio amico Ric non è semplice, vista la sua strana ed a tratti inquietante personalità, ma questo non dovrà esimerci dal farlo, in modo che possiate condividere con me l'abisso ed insieme la magia del personaggio che, unico nel suo genere, a cena, dopo aver bevuto coca cola o superalcolico si addormenta ovunque sia. In ogni caso la sua figura ci fa pensare che non siamo soli nell'Universo e che esistono creature e forme di vita aliene (intelligenti?).

Del futuro yogiAvendo avuto modo di esercitare lo yoga, in qualità di allievo, presso un centro per il parto naturale insieme a Ric posso testimoniare che egli, già al termine della prima lezione ebbe a esclamare "Questa è la disciplina della mia vita!". Quella fu l'ultima delle sue lezioni.


Di gatti e di mattiQuesto è il fatto più sconcertante, sulla cui veridicità una minutissima schiera, ben conoscendo la serietà ed il senso civico del personaggio possono giurare. Portate prima i bambini a nanna. In qualità di educatore psichiatrico, badando bene a sottolineare l'importanza sociale della professione lo ricordo presso una struttura lucchese. In un torrido pomeriggio lui ed un suo paziente, vedendo un malconcio gatto, per porre termine alle sue sofferenze vittima di incidente stradale si decisero, a dargli una caritatevole fine. Su tale decisione il felino ebbe ad obiettare parecchio, visto che si trattava della propria pelle. Ma i due, educatore alla guida del paziente, imperterriti decisero prima per l'annegamento, cui il derelitto scampò clamorosamente, poi per l'incenerimento, anche questo evitato con grande sicurezza. Nonostante la vibrata protesta del paziente, l'amico educatore dimostrò grande inflessibilità: non gli restavano altro che metodi più selvaggi ma forse più efficaci che videro il nostro povero felino vincente e a quanto si mormora ancora in piena salute.

Il Ric-orso
Una volta che fummo entrambi obiettori ospiti di un noto manicomio locale il mio amico Ric in fase maniacale, durante una festa ed al preciso scopo di far colpo sulle signorine presenti, chiese di poter attraversare lo specchio di una porta evitando l'urto dell'eventuale arancia, alla maniera degli orsi delle fiere paesane. In men che non si dica lo spirito goliardico prese il sopravvento e il nostro orso fu letteralmente colpito da una gragnuola di simili frutti, con grande sollazzo dei convenuti.


Effetti dell'astinenza

La scena che segue è stata spudoratamente copiata da un fatto realmente accaduto alcuni anni prima sopra il colle coperto di neve antistante Monte Cavallo (Appennino emiliano e, ovvia anche tosco). Il livornese pertini può ben testimoniare l'accaduto, visto che come tutti sanno, usa gettarsi con gli sci proprio da tale colle per planare bruscamente e senza sci nel prato al di sotto.
Insomma, visto che la legittima consorte del Ric già da tempo ed a causa della scellerata condotta dell'amico praticava la completa astinenza ecco a voi le drammatiche conseguenze prodotte sul maritino.


sabato, agosto 21, 2010

Il mio amico Maurizio





La prima parola pensando a lui è “kaimano”, una definizione che molto tempo fa lui stesso si era assegnata grazie alla sua spiccata ironia. Per via della sua involontaria appartenenza al popolo prealpino di Lombardia che a dispetto della propria migrazione al nord da un paese siculo in tenerissima età, pare piuttosto lui abbia contribuito a colonizzare. I

Il popolo di kaimanland non poteva comprenderlo, anche perché più che kaimano è popolo di trote facce tetre con affissa al volto una sorta di “vedete son stato io il primo della classe”, “ho risposto per primo” oppure “ce l'ho fatta a parlare in pubblico, mentre mia mamma diceva che sono un timidone, tiè”. Mi ricorda molto una mia vecchia fiamma di quelle terre che tale atteggiamento usava spesso dopo l'amore ("vedi ti ho fatto godere anche stavolta, tié").

Gente così non la chiamerei kaimana, ma tant'è che questa definizione fa da collante della nostra lunga lunghissima amicizia.
Un ragazzo che anche a distanze siderali non puoi che sentire vicino e anche quando l'identità vacilla c'è la memoria di lui a riportarti a galla come essere unico e solidamente piantato su enormi fondamenta a questa terra.

Di una così lunga amicizia si potrebbero scrivere tomi su tomi ma è più divertente pescare qua e là. Ad esempio, raccontando come esattamente dieci anni fa in occasione della mia decennale tragedia (ho una tragedia esattamente ogni dieci anni, non è da tutti) ci trovavamo sulle amene rive del Garda piazzando la mia minuscola canadese al centro di un praticello verdissimo circondato da casette in legno con un numero circa il doppio di ameni turisti. Era sera, la sfighissima gliel'avevo già accennata per sommi capi ed invece di piangere sulle mie disgrazie, iniziai a far la parte della checca che amorevolmente tira su l'alcova per l'amante lungamente atteso.

Gli sguardi ed i commenti di ripulsa dei vicini erano altrettanto chiari quanto la mia voglia di passar sopra la tragedia svolazzandoci su e magari spernacchiandola. La sua presenza, posso confermarvi, è motivo di svolazzi e grida giocose. E due giorni dopo, partito l'amico, la stessa alcova era destinata a ben altri riti, abitata che fu dall'attuale madre di uno dei miei figli. I vicini non sentirono più gridolini scheccanti, ma l'impetuoso incedere dell'inno “efforzaitaliaperrcrescereliberi”, come contrappunto ad uno dei più esilaranti incontri d'amore mai avvenuti presso quel sito rivierasco.

Se è vero che siamo specchi l'uno dell'altro, Maurizio m'induce a risvegliare il rivoluzionario che è in me. Sepolto per anni sotto questo sarcofago di buon democratico di centro sinistra, in sua presenza si scatenano l'inferi della memoria del 77, schiere di autonomi in miniatura scoperchiano la spessa lastra di marmo centrista e si erge in tutta la sua possenza la tremenda figura sacerdotale del prealpino: “guevara, libertad o muerte, clash e sex pistols, liberazione e fiom risvegliate questo cadavere dal sonno moderato.” E la mummia dalemiana s'erge al cospetto di tanta rivolta, indossando in breve lasso di tempo la sciarpa arcobaleno e assumendo movenze rock 'n roll. Muovendo alfin la schiera dei Mrisorti katanga alla ferale domanda "Ma te non eri morto?”

venerdì, dicembre 14, 2007

La dignità dei vecchi


All'ufficio postale per fare un pagamento. Mi passa accanto un vecchietto che porge un biglietto chiedendo una confezione di aspirina. Stupore generale, "guardi che si è sbagliato, la farmacia è accanto, qui siamo alle poste". Il suo sguardo perso ferisce. Ilarità per questo episodio che rompe la grigia normalità, un'impiegata la mette sul sindacalese "ci mancava anche questo, tra poco venderemo farmaci da banco anche qui in posta". Mi fa star male quando esce incerto e confuso e mi viene in mente la vecchiaia nell'antichità ed il confronto con quello che oggi è ridotto a sopravvivenza, mero trascinarsi di corpi disfatti in un'epoca che non si riconosce più e non ha dignità, facendosi male e perdendo la vera dimensione umana: senescenza come imputridimento.

Invece un tempo...

"...più a me piacerebbe accettare uno vecchio amante che uno così giovane. Sarà el vecchio saputo, desto e presto a conoscere e adoperare i tempi, luoghi, e ogni occasione. El giovinetto né bene conoscerà queste quanto sieno utili, e conoscendole saprà né ardire né fruttarsele." Ecatonfilea (Leon Battista Alberti)



Invece un tempo ...era saggezza, erotismo pieno e compiuto, emanazione di un ordine inflessibile e naturale. Il vecchio è "il più sapiente uomo del regno, e il più comunicativo" nel Candido di Voltaire, E cosí parlò allora quel vecchio uomo,il "Marinaro dal magnetico sguardo" , il marinaio di Samuel Taylor Coleridge. Uomo della forza e dell'energia vitale in Ariosto e nonostante gli anni "vecchio di faccia, e sì di membra snello, che d'ogni cervio è più veloce assai ". Il vecchio disegnato da Grazia Deledda dalla figura solenne, nelle candide ciocche della sua barba si muove la brezza. Quanta poesia! Quanto ardore e quanta vita c'era. Perdendo la cultura perdiamo la vita.

mercoledì, novembre 28, 2007

INTERVISTA IN STILE "LE IENE" (CIRCA...)

01 - Che ora è: 11,38
02 - Nome: Roberto
03 - Compleanno: 10 febbraio ..dimenticatelo!!!
04 - Segno zodiacale: Acquario ....svagatissimo e idealista!
05 - Tatuaggi: 0.. sarei ridicolo ed ho il senso del limite alla mia età
06 - Piercing: idem
07 - Sei innamorato/a? burp!
08 - Ti piaci interiormente? si moltissimo anche se non mi piace che metto barriere troppo alte a volte ed a volte sono isterico
09 - Hai già amato al punto di piangere? deh è normale!
10 - Hai mai fatto un incidente con la macchina? si svariati e quasi sempre a causa della mia cronica distrazione
11 - Hai mai avuto una frattura? svariate grazie a basket, calcio e attività non sportive
12 - Pepsi o coca-cola? la coca cola mi piace anche se sfrutta e schiavizza operai e cerco di boicottarla
13 - Ti fidi dei tuoi amici? si, ma il problema è se loro si fidano di me
14 - Colore preferito per l'intimo? intimo femminile: nero
15 - Misura di scarpe: 44
16 - ci sei? ah si scusa, stavo sbadigliando...
17 - Tipo di musica preferita? rock con tutte le sfumature (hard core, metal, gothic, 70), ma anche Mozart
18 - Doccia o bagno? doccia di solito ma se ho tempo bagno relax
19 - Cosa odi? l'italia piena di cafoni, i ricchi cafoni, gli ipocriti ed i mafiomen
20 - Come ti vedi nel futuro? anzianotto e molto più tranquillo
21 - Da chi hai ricevuto questa mail? eleonora
22 - Quale dei tuoi amici vive più lontano? mmm credo sia Allen (USA)
23 - Chi sarà il + rapido a rispondere secondo te? nn saprei
24 - Il più lento? il monte
25 - Cosa cambieresti nella tua vita? certa gente che ho avuto la sventura di conoscere
26 - Sei felice? non posso permettermelo
27 - Proverbio preferito? tanto tonò che piovve.
28 - Libro preferito? Il piccolo principe di St.Exupery
29 - Di cosa hai paura? che non ne sia valsa la pena (di scrivere queste bischerate)
30 - La prima cosa a cui pensi quando ti svegli? evvai chepp dormivo così bene
31 - Film preferito? Barry Lindon
32 - Se potessi essere qualcun altro chi saresti? un dandy dell'800
33 - Cosa c'è appeso al muro della tua camera? poster pisa calcio 34 - Cosa c'è sotto il tuo letto? ieri ci avevo visto un cadavere di cimice
35 - Un posto dove ti piacerebbe andare? nel Kerala, in India
36 - Pensi che qualcuno risponderà a questa mail? eleonora, maurizio, roberto, claudio, gigi, ecc.
37 - E chi sei sicuro risponderà? questi qui!
38 - Di chi vorresti leggere la risposta? di tutti coloro che hanno voglia di perdere tempo.
39 - Profumo preferito? Chanel ma uso la lozione Eau d'Yssey
40 - Sport preferito? calcio
41 - Timido o estroverso? timidamente estroverso
42 - Soprannomi? biafra, fame
43 - Mare o montagna? lago
44 - Hai paura della morte? deh mi da un senso di squallore come vedere porta a porta di vespa
45 - A che ora vai a letto di solito? in questo periodo prestissimo
46 - Cosa vuoi dire alla gente che legge questa mail? chiunque siate sappiate che siete stupendi anche senza andare in tv.

martedì, ottobre 23, 2007

Lontano dal Vietnam: in attesa di foto

Lui in Vietnam, lei a sospirare, lavorare, accudire la madre anziana. Ma vi sembra giusto? Dobbiamo avere notizie dell'instancabile viaggiatore, sapere come si trova Mau il novello Chatwin: che insieme al Tancio - deluso orfano diessino - mandi novelle, anche solo dagherrotipi giacché me ne muoio dall'invidia e lei, la grande artista varesotta possa almeno sospirar sulle vitali gesta dell'amico.
Lei che si mostra impavida nella rete da un sito dei suoi culturali e belli, indubbiamente la regina del pennello, circondata dalle meraviglie che la sua fervida anima creò. 

lunedì, ottobre 08, 2007

Vi riconoscete?

Queste immagini da polaroid sono state scattate in occasione di una festa di carnevale molti anni fa. Vi riconoscete, vecchietti? Chiunque può dire "io quel giorno c'ero" oppure si riconosca in queste immagini può contattare il blog e riceverà un premio a sorpresa. Fatevi sotto!







giovedì, maggio 10, 2007

Il ricordo che inseguo

Se lui mi chiedesse, come son sicuro vorrebbe:
"Ma non parli mai di tuo
padre?"
E lui che certo gli voleva bene penserà
che sicuramente io sono un tipo freddo
senza sentimenti.

Ma lui è abituato al modo leggero del ceto medio
di vivere i sentimenti
come forme esterne, come modi dell'apparire.

Allora potrei rispondergli che no, mi manca da morire,
ma era necessario
che lui mancasse perché io diventassi
quel che sono adesso.

Che io
potessi riprendermi tutta la responsabilità
che non mi ero mai preso prima.

Che io
fossi qui a scavare radici di piante
non stando mai solo, dato che l'ombra
di mio padre mi segue ed io scavando
faccio dell'archeologia dei segni che
lui ha lasciato nella terra
intorno a casa.

Lavorando ho scoperto una trave di legno
ficcata nel fianco del fosso e io a pensare
che ce l'aveva messa lui in quella posizione,
proprio per evitare che la terra franasse.

E ancora traccio dei piani
per questa mia archeologia:
domani lavorerò per estirpare altre erbacce
e sicuramente potrò
sudando pensare a lui e inseguirlo nel passato.

venerdì, aprile 13, 2007

Della serie Omini Veri: Mau, cosa c'è dietro l'uomo?


Mau, autonominatosi Kaimano della terra dei Kaimani è mio amico da un fottìo d'anni e questo mi piace tantissimo perché anche se non ci vediamo per lunghi periodi -comunichiamo sempre ed in qualunque modo - ogni sua apparizione (stupefacente!) è continuazione, il filo non appare mai logoro, né tantomeno spezzato.
Mau è allegrissimo e molto arguto. Colpisce come da ogni cosa sappia trarre la giusta dose di ironia e per questo ho sempre bisogno di lui. Da quei suoi occhietti, nascosti dietro il paravento degli occhiali, sprizza una luce che invita a riderci su, a sdrammatizzare. Per questo lo considero un eroe moderno come pochi altri. Mai mesto, mai domo: questo il motto che meglio lo interpreta, da uomo libero qual'egli è.

Non posso e non voglio ricordare i fatti e le molte vicende, perché la sua vita e la nostra amicizia sono sempre movimento e cambiamenti e striderebbe mettersi a fissare momenti come dediche a base di fiori morti. No, lui è vitale e questo aggiunge contentezza alla mia vita. Anche se vive a oltre 300 km. da qui è raggiungibile come nessun altro al mondo.

martedì, marzo 06, 2007

Ore 10 Gruppo di discussione



Ore 10 Gruppo di discussione su Bullismo e discriminazione, ITI


Quindici ragazzi di prima e seconda.
"No qui non c'è quella cosa lì che ha detto lei". "Sì tiro qualche cazzotto se per caso guardano la mia donna".
Bene, è vero qui in Toscana non c'è l'allarme generale scatenato in tutt'Italia, come diceva quella ricerca. Ottimo, passiamo al concetto di violenza:"Devo picchiare se voglio il rispetto". Mi suona nauseante, mi viene in mente "Il Padrino" e quelle squallidezzemafiose. "La violenza serve per crearsi uno spazio vitale", wow il lebensraum di hitleriana memoria. Ritorna, ragazzi quello che era alla base del nazismo. Esprimo la mia posizione: la violenza è un insieme di atti troppo naturali e istintivi per essere umana. Ti tocco e mi picchi, stimolo-risposta, bava del cane di Pavlov. OK? Vi piace così?
Il mondo è una foresta. "No, si dice savana, la legge della savana". Per me chi picchia un down è uno che ha qualche problema, di quale rispetto merita questo aggressore? "Vero, qui però non succede".
Si scivola lentamente nel pregiudizio: ragazzi chi sono i 'diversi' per voi? "Facile, il negro, si quel marocchino che rompe le palle, no anzi è un bulgaro", "Vengono qui per imporre la loro cultura", "Non hanno voglia di lavorare", "L'Italia agli italiani".
Che squallore, m'incazzo pensandoci e glielo dico: Quel tipo in giacca e cravatta direttore delle banche che vi ha sfilato di tasca 30 euro a ciascuno di voi, come lo considerate? Siete paurosi. date rispetto ai furbi e ve la prendete con i deboli. E' facile così.
Ma mi rendo conto che queste loro posizioni razziste vengono da lontano: c'è stato un martellamento ipnotico sulle loro menti, si gioca col razzismo per nascondere illegalità diffuse, si parla di cultura nel regno della diseducazione. Li hanno riempiti di parole d'ordine, loro gli adulti razzisti in maniera trasversale agli schieramenti politici li hanno palsmati così. A chi non fanno schifo i rom? Nell'insicurezza dei tempi inchiniamoci ai potenti e teniamoci la certezza del nemico, pur immaginario esso sia.

lunedì, febbraio 05, 2007

Imprenditore Lei? Ma mi facci il piacere...

Presidente Matarrese, (..) Lei vorrebbe giocare subito? "Noi siamo addolorati, ma lo spettacolo deve continuare. La Fiat non è che per rilanciarsi ha dovuto fermare le macchine. Ecco, noi vogliamo copiare il rilancio che ha avuto la Fiat".

Capito bene? Questi coglioni che non hanno mai avuto a che fare con una vera azienda blaterano di mercato, vogliono copiare il modello Fiat, magari leggono Sole24 ore e libri di management, ma non hanno mai rischiato. Come quel pallone gonfiato che ha ricevuto miliardi a costo zero da tutte le banche del nord e si dichiara uno dei più ricchi del pianeta. Grazie tante! Così anche il Matarrese, poveri noi, è un mandarino lanciato dalla politica, fedele servitore del padrone di turno. Personalmente all'uomo-azienda Matarrese non affiderei nemmeno la gestione del negozio di alimentari dietro l'angolo, perché sicuramente lo manderebbe in rovina entro pochi giorni. Facciamolo parlare di affari, connessioni politico-affaristiche. In quelle è bravissimo.
Non vi sorge un dubbio? Quando stanno temendo per i loro affari, che distinguerei dagli investimenti, dall'imprenditoria, allora tirano fuori l'arma del mercato (di cui sono perfetti estranei). Questa moda è ormai dappertutto e serve a giustificare scelte "doverose", "impopolari", foriere di enormi ingiustizie. E allora gli affari sono affari, siamo in un'economia di mercato! Non possiamo avere un cuore, quando si tratta di soldi. Ci credete davvero a questi omuncoli che hanno fatto fortuna nei locali del potere e non si sono mai, dico mai, messi ad intraprendere?
Per ulteriori informazioni sul personaggio si vada da PaperoGiallo

giovedì, febbraio 01, 2007

Ciccio è dottore!

Dopo tanti e bei travagli
è dottore anco ir magli.
Quest'evento eccezionale deve esse festeggiato
con dessert e con amaro
tanto paga valdemaro
che contento deve stare
per il titol dottorale
conseguito nel sociale
destreggiandosi fra i testi
di diritto e della storia
per non perde la memoria
la zia rita alla mattina
un ovetto usava dare
a quel bravo figlioletto
che per ore avea da fare
senza smetter di studiare.

Nulla mai lo distraeva
tranne forse il gran baccano
che faceva la lauretta
rassettando la casetta
e sia geki sia il fidanzato
a star lì per ore ed ore
senza fare mai rumore.
Certo han valso più dei denari
quella sfilza di rosari
che in combutta le sorelle
recitavan alla sera
tanto che dicean lassù
"boia deh un se ne pò più".

Ma il più grande è valdemaro
che a lui deve regalare
un veicolo speciale
corrazzato e molto duro
per cozzar contro ogni muro
evitando pali e fossi che si trovan per la via
e ti mandan in carrozzeria.

mercoledì, gennaio 10, 2007

Padre Pio - parte 4°


I lettori di questo blog si ricorderanno senz'altro i precedenti interventi sulla figura del santo più amato dagli italiani. Nel primo di questi si è visto aggirarsi fra gli oggetti messi in vendita su e-bay. nel secondo è apparso come parte integrante di uno scrostatissimo dipinto murale e nel terzo, addirittura si allarga fino a diventare una statua posta in un parco pubblico di Brescia.
Non bastava così? C'è ancora qualcosa su Padre Pio? Quando crescerai? La mia risposta è: "Quando non ci saranno più cose divertentissime su questo santo incredibile".
Scorrazzando per blog vedete quel che è riuscito a trovare Alessandro-Ludovico che dal suo sito vi lancia a palla una canzone intitolata "Grazie Padre Pio" che si scarica direttamente e, sentite come pompa!
Stupefacente anche l'evoluzione ardita e la grande maestrìa metaforica dell'ormai famoso personaggio di Pio Kenobi che dal canto suo gioca tutto sulla impressionante verosimiglianza tra l'impavido personaggio di Guerre Stellari e il nostro Santo.

Notevole infine la vèrve del post dell'imperdibile agga mini show che riprende la ormai nota classifica di Famiglia Cristiana sui santi più popolari d'Italia, illustrandola con foto centrate sullo stile fantascientifico e l'interpretazione del succitato Pio Kenobi.

Per passare dal faceto al serioso è notevole lo sforzo compiuto da "Il Sigillo" per dimostrare, foto alla mano che sulla fronte del Santo sarebbe impresso un sigillo con l'effigie nientepopodimeno che di Cristo.