venerdì, agosto 11, 2006

DISTACCO E LIBERAZIONE


L'ascesi attraverso la contemplazione traccia nell'uomo di oggi una via per la saggezza che è intimamente distacco. Questi spunti inducono alla riflessione sulla possibilità che la penuria di beni materiali sia la condizione necessariamente che ostacoli il raggiungimento della saggezza, o della cultura o dell'areté. In caso affermativo la cultura è sovrastruttura, prima il pane, dopo i circenses. La leggerezza dell'uomo soddisfatto nei suoi bisogni essenziali è fonte di cultura? Penso non sia così.Allora l'intellettuale sarebbe soltanto - e forse lo è stato realmente - il maggiordomo che aiuta il borghese ad emanciparsi; l'educatore di classi sociali che debbono appropriarsi del superfluo culturale, una volta raggiunta la soddisfazione della parte materiale del bisogno. Ma cos'è il bisogno se non un'unità inscindibile, organica all'essere e ad esso legata a doppio filo. La filosofia marxista conteneva in sé questa contraddizione fin dal suo primo apparire: cultura come bisogno organico all'uomo ma nello stesso tempo sovrastrutturale ai rapporti di classe.
L'attività ancillare, suppletiva dell'intellettuale rispecchia un ordine sociale gerarchico, rigidamente strutturato sul dominio della natura, da una parte e dalla divisione del lavoro, dall'altra. Classi occupate a soddisfare bisogni legati ad oggetti, merci marginalisticamente tendenti a zero consumo. Una volta compiuta l'orgia, la grande abbuffata, il potlach, il ruolo dell'intellettuale si fa avanti per portare l'ebbro, l'empio, il ricco Epulone sulla via dell'ascesi mondana data dal raggiungimento di uno stato di istruzione/saggezza/cultura/contemplazione. Bruegel (dipinto dei contadini dopo la festa- se si vede il quadro non si nota alcuna contemplazione, ma solo sonno, l'uomo che si è abbuffato è ancora preda delle necessità dell'organismo, come prima che consumasse e quindi con la fame). Questa visione non pare possa rispecchiare l'unità fisica e psichica dell'uomo. Questa visione è parziale, occidentale, determinata da un percorso storico preciso che coincide con l'affermazione della classe borghese, quando in letteratura il Romanticismo dettava le leggi della rivolta alla fisicità, in nome della passione, al progresso in nome del sentimento, e facendolo prendeva atto che tale separazione fosse legittima.La scissione conclude la sua affermazione storica col declino dell'Occidente, quando lo scontro ideologico culminato 60 anni or sono con la caduta del Terzo Reich, mostra la falsità dell'ambivalenza bisogni materiali/bisogni culturali. La sua continuazione fino ad oggi è funzionale alla riproduzione della struttura economica capitalistica. Ma, man mano che degrada l'idea di progresso e di sviluppo illimitato, essa mostra i limiti insiti nella sua natura strumentale.Pierre Bourdieu spiega magistralmente come la dinamica dei bisogni sia funzionale al gioco del potere dei ceti sociali, evidenziando la relatività di questa polarità.Il primo passaggio dell'uscita dalla polarità materiale/spirituale che abbiamo evidenziato nella posizione soggettivistico-espressivista potrà evidenziare, come abbiamo detto alcuni tratti regressivi che ne limiteranno l'affermazione nella cultura.

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