Oggi su "Il Giornale delle Libertà" è uscita un'intervista a Francesco Cognetti, prestigioso oncologo che incolpa il management delle aziende sanitarie dei casi di malasanità. Egli accusa i disservizi di carattere amministrativo e i manager quali unici responsabili del degrado, sgravando i medici che non hanno alcuna colpa e anzi, sono le vittime designate. Pur non essendo un manager o un amministrativo, ma avendo a cuore l'amore per i fatti e col desiderio di affrontare i dilemmi sociali per quel che sono, devo dire che quando hai un minimo di cognizione della complessità dei problemi, senti a naso che il tizio sta "affettando la realtà".
La disciplina nazionale dell' affettare la realtà - qui i buoni, di là i cattivi - è molto in voga in questo periodo. Non ha valore di per sé, ma è funzionale come messaggio trasversale a qualcun altro che deve intendere.
Il taglio netto di ogni dilemma sociale tramite giudizi così ruvidi viene di solito percepito dalla massa dei lettori come un atto di coraggio della serie "wow, sta attaccando i manager pubblici, che fegato ha il tipo!"
In realtà il messaggio è rivolto alla casta medica ed il suo vero significato è "Ragazzi, avete trovato il vostro paladino". Messaggio dai contenuti semplici, diretti, cui però è abbastanza agevole ribattere. Anche perché, ingenuamente o meno, non si sforza di usare categorie nuove, continua a somministrarci la stessa lista di concetti e pregiudizi usati da tempo in questa lotta per la supremazia sulla salute pubblica. Lotta nella quale noi cittadini siamo considerati i fessacchiotti di turno senza alcun diritto di scelta, che non debbono in alcun modo partecipare al governo della propria salute.
E' pur vero che l'aziendalizzazione nasce storicamente dal rifiuto della politica a favore del mercato e che essa andrebbe temperata con modalità partecipative più ampie, in modo da disinnescare la guerra nemmeno tanto sotterranea tra istanze di razionalizzazione della spesa pubblica ed effettiva cura dei cittadini, dando per buone le parole del luminare e senza alcuna ombra sui variegati interessi castali in gioco.
E qui la politica dovrebbe entrare, per portare indicazioni e valori più alti al fine del rafforzamento del legame sociale. Ma non se ne azzarda affatto, distaccata com'è da una realtà a lei ormai così lontana. Ne è un esempio la posizione nettamente demagogica presa da questo giornale: meglio cavalcare il malcontento che adoperarsi per risolvere i problemi. Si fatica meno che a pensare soluzioni nuove e si guadagna consenso. Questo sì che è aziendalistico!
venerdì, luglio 13, 2007
Curarsi con la demagogia
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2 commenti:
Salve,
per motivi organizzativi non possiamo accettare link.
Se è interessato alla pubblicazione su MC, dovrebbe cortesemente sottoporre il testo o il sorgente html a questo link
Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione la mia triste storia di ennesima vittima di malasanità...questa volta dell' IFO di Roma, più precisamente del Dr. Francesco Cognetti e del Dr. Gianluigi Ferretti.
Mia madre Rossiello Raffaella affetta da adenocarcinoma è stata ricoverata all'IFO di Roma e sottoposta a cure e trattamenti chemioteratipi sperimentali che la hanno condotta a morte nel giro di 3 settimane. Il dr. Cognetti di Medicina Oncologica A, si è approfittato dello stato di depressione e scoramento di mia madre (che voleva continuare a vivere) per farle firmare un consenso informato per chemioterapici sperimentali non adatti ad una paziente nello stato fisico di mia madre. Alla prima grave complicazione (una copiosa emorragia) il dr. Ferretti si è rifiutato di trasferirla in ospedale più idoneo (Visto che l'IFO-Istituto Nazionale Tumori - Regina Elena è sprovvisto di Pronto Soccorso e di Rianimazione), facendo morire mia madre per emorragia sotto gli occhi impotenti dei figli. Non contenti di ciò, il dr. Cognetti ha proceduto contro la volontà dei figli ad una autopsia per "blindare" la posizione dell'ospedale in relazione alle gravi negligenze commesse, ed ha proceduto personalmente alla contraffazione della cartella clinica in relazione alle cure/farmaci e quant'altro somministrato a mia madre.
Questi criminali che in nome della scienza seviziano e portano a morte pazienti oncologici, utilizzandoli come cavie da laboratorio...vanno fermati.
In Fede
Simone Ballatore
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