domenica, agosto 12, 2007

Il Signore delle Mosche


Un gruppo di ragazzi dai 6 ai 12 anni è il protagonista di questo romanzo, il più importante dell'inglese William Golding, pubblicato nel 1954. Sopravvissuti ad un disastro aereo su un isola sperduta del Pacifico. Due leader, due opposte concezioni di governo: la civiltà contro il selvaggio, il bene comune contro la forza del capo, la ricerca della salvezza opposta alla immediata soddisfazione dei bisogni più elementari. Ralph, il capo inteso come servitore del gruppo. "C'è qualcosa che non va...Avevamo cominciato bene, eravamo felici. E poi...Poi la gente ha cominciato ad aver paura.Bisogna che parliamo di questa paura, e che decidiamo ch'è fatta di nulla... ed essere felici". Queste frasi sono bellissime se dette da un capo. E' questo che io intendo come un vero capo: un uomo come tutti che si preoccupa delle paure e condivide il destino del gruppo che è stato chiamato a guidare per la ricerca della felicità. Quanti come Ralph? Purtroppo anche l'autore non crede nella rettitudine e il pessimismo sulla condizione umana è il filo conduttore di tutto il romanzo. Altro che felicità e salvezza quando nell'uomo è insita la ricerca della distruzione. Un'opera che parla di bambini per parlare ai grandi.

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