giovedì, gennaio 06, 2011

Le fonti d'ispirazione di Van Gogh tratte da Vincent Van Gogh di G. Cafiero, Pacini 2008 - 9° parte

"Vincent coltivava, e sin dal suo arrivo a Parigi, un segreto, forse un amore, una devozione certamente per un maestro di luce, abile a manipolare intensità e gradazioni. Adolphe Joseph Thomas Monticelli moriva proprio in quei mesi del 1886 a Marsiglia lasciando in eredità a Vincent qualcosa di appassionato e di eterno, il ricco dolore del luminoso sud in maniera veramente coloristica...Colori chiari e contrasti di blu e arancio, rosso e verde, giallo e viola perché era persuaso realmente  di essere l'incarnazione di Adolphe Monticelli..." pg. 129
 
"L'interesse per le sete giapponesi era forte e pecualiare data anche l'assidua frequentazione con la galleria del mercante Bing Arts d'Orient, autorità accertata in materia. In quella galleria era possibile acquistare qualche buon pezzo per 50 centesimi, ma ove era difficile reperire gli Hokusai e altre opere dello stesso periodo e di quell'arte giapponese che aveva qualcosa dei primitivi, dei greci, anche dei fiamminghi, di Rembrandt, di Endymion Potter, di Frans Hals il Vecchio, di jan van der Meer, di Isack van Ostade, di Salomon van Ruysdael. Era un'arte senza tramonto. ... Vincent prese a collezionare giapponeserie per poterle studiare, imitarle, comprenderle, e senza mai essere appagato da quelle figure, da quei paesaggi, da quei colori." pg. 135





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