mercoledì, agosto 09, 2006

RECUPERARE IL SENSO


Una società come quella che stiamo vivendo, complessa - non ho paura di definirla anche complicata - sta generando incertezze e delusioni. E' un gran casino, ammettiamolo, doverci vivere e più di uno me lo conferma, quando mi dice che si terrà lontano dal generare figli, vittime future dello sfascio attuale. Che la gente non sappia dove andare a sbattere la testa ce lo dicono moltissimi degli indicatori che ogni giorno mi capita di valutare: depressioni, aumento del consumo di psicofarmaci, violenza familiare, maltrattamenti di donne e minori, una salute mentale collettiva sempre più compromessa. E infine, la perdita di un centro, cioè un insieme di valori in cui ci si possa rispecchiare, di cui tenere conto e da perseguire nella vita.
Se andiamo a vedere quali sono i determinanti di questo grande insieme di disagi troviamo - equesto fa parte anche del sentire comune, non solo del teorico - che essi risiedono sia nei valori veicolati da questa società, sia dalle scelte di carattere strutturale che la riproducono.
Cambiare i valori, quindi, per avvicinarsi al cambiamento della struttura, questo mi pare dovremmo perseguire. Dico dovremmo, rivolgendomi a tutti coloro che si ritengono profeti, che non si accostano alla quotidianità senza un pensiero per il domani, per quello che avrebbe potuto essere, ma soprattutto a quello che dovrebbe essere.
Nuove leggi al posto delle vecchie. Ma quali sono le vecchie leggi? Progresso e innanzitutto progresso economico; aumento della ricchezza prodotta. Uno dei capisaldi valoriali. L'illusione che lo sfruttamento delle risorse sia infinito e quindi infinite anche le possibilità di sviluppo della riproduzione del capitale e quindi delle merci e della ricchezza. Oggi ci stiamo rendendo conto che questa è solo una chimera e che appunto da tale chimera, rivelatasi portato ideologico delle classisuperiori, nascono i problemi ambientali ma anche culturali dell'uomo. E' possibile sostituire il concetto di sviluppo ecologico a quello di progresso? Il sistema socio-ambientale cambiato dalle forze della razionalità, senza bisogno di gettare via l'acqua sporca con il bambino. Cioè evitando diintrodurre nello sforzo critico alla razionalità occidentale le forme di irrazionalismo, autoritarismo e fanatismo religioso che vediamo avere molto successo oggi.
Quello che occorre è un antidoto culturale: la parsimonia come grimaldello, la regressione al posto dell'idea ottocentesca di uno sviluppo illimitato. La lentezza e il pensiero critico invece della velocità e del rapido, sottoposti alle logiche fordiste del macchinismo, del sociale come organismoriproduttivo di sviluppo. Fermare lo sviluppo non potrà essere definito luddismo se a questa regressione pilotata si accompagna una ri-presa del senso, quindi dei valori che sottendono la vita sociale e quella delle soggettività che la compongono/criticano/condizionano.

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