martedì, novembre 07, 2006

Figli di nessuno.La recita scolastica più triste che abbia mai visto

Si tratta di uno spettacolo che han fatto nel teatro del mio paese. Sala piena di bella gente, ragazzi giovani, insomma un bel pubblico. Credevo fosse un vero spettacolo, visto che il regista mi hanno detto sia uno serio. Invece gli attori erano tutti ragazzi di scuola media superiore. Una recita quindi, senza cura alcuna nozione per la dizione, né per il movimento e la recitazione era quindi mediocre. Perdoniamoli, è una recita, non uno spettacolo. Perché formalizzarsi? Il freddo in sala a causa della rottura della caldaia non aiutava a distendersi e godersi lo spettacolo-recita. Perdonata la mediocre recitazione lo scoglio da affrontare era “che sta succedendo sul palco”, visto che si parlava di padri fondatori, isole, fuga dall’isola dei fratelli democratici e puri ed arrivo in un posto malsano, tipo Scampia a Napoli, poi ripartenza per un club di mantidi assassine ed arrivo tutti insieme sul palco. Il tutto per una durata di 2 ore e 15 minuti.
Una sceneggiatura prolissa, barocca, in costante bilico tra l’ironia, il lirismo di “cazzo” e “stronzo” profusi a piene mani. Come se i giovani siano solo le parolacce, la sgarbatezza. Tutto forse per riempire vuoti e retoriche banalità gettate lì a casaccio. Nessun cambio di tono, la piattezza, la spessa invadenza del cliché “Saranno famosi” entrato trionfalmente anche nei teatri. Ma non sarebbe giusto, prima di mettere in scena una cosa che si spaccia per spettacolo, far leggere la sceneggiatura a qualcuno che un minimo di letteratura la mastica sul serio?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Accetto le critiche, ma solo se costruttive. Cosa c'è qui di costruttivo? Nulla: solo una superficiale critica allo spettacolo, al testo, agli attori…
Parlando dello spettacolo: innanzitutto non si tratta di una "recita scolastica" in quanto è un lavoro uscito da il laboratorio "Fare Teatro" del Teatro Verdi di Pisa e non della recita fatta dal liceo di turno. Sono sì la maggior parte studenti delle superiori, ma pure molti universitari.
E comunque, il fatto di essere giovani non implica per forza il fattto di non aver alcuna nozione per la dizione, né per il movimento. Ovviamente il livello non è professionale (ci mancherebbe) ma non si può dall'età dedurre l'abilità. Ma lasciamo passare, sono il primo a dire che il nostro gruppo non è costituito da attori.
La sceneggiatura però è stata scritta non dal primo che capitava, ma è il risulatato di un anno di lavoro degli attori con Franco Farina, professore di scienze della comunicazione. Si tratta di uno spettacolo a vari livelli di lettura, ma è ovvio che un'osservazione superficiale non possa che cogliere solo i "cazzo" e "stronzo", che peraltro non sono profusi a piene mani, bensì limitati ad un gruppo, i ragazzi dimenticati, e in particolare ad un personaggio: Luna. Il resto dei personaggi era anche troppo cortese per quello che era il loro background, i bambiri d'oro non ricalcavano infatti perfettamente miliardi di virtù?
Ovviamente non si tratta di uno spettacolo che ha intenzione di essere realistico, ci sono fantasmi e navi volanti: sarebbe stupido sandalizzarsi per gruppi di persone così estremizzati.

Ma non sarebbe giusto, prima di mettere in scena uno spettacolo, far aprire occhi e orecchie agli spettatori?

Con-tatto! ha detto...

Ti ringrazio per la reazione molto appassionata a quella che ritieni una critica superficiale, ma sincera. Non essendo un critico teatrale mi sono limitato, senz'altro in maniera superficiale, a trasmettere le mie sensazioni che probabilmente avranno ferito chi si è fatto un mazzo tanto. Ma questa è la vita dell'artista. Essere criticato non credo sia un male di per sé, perché ti dice dove hai sbagliato e ti può aiutare. Con affetto, Rob.