Introduzione: Il Digital Divide
La diffusione delle tecnologie digitali rappresenta un fenomeno molto importante e una grande risorsa per il futuro, sia per gli aspetti economici che per quelli sociali.
Abbiamo sviluppato nuove modalità di lavoro, di socialità, e stiamo scoprendo continuamente nuove aree di applicazione anche nel supporto alla vita quotidiana delle persone, si pensi alle utilizzo delle reti per il supporto e la comunicazione a distanza, il supporto alle diverse forme di disabilità, alla telemedicina o alla domotica).
Come ogni importante risorsa anche l'Innovazione tecnologica presenta problemi di variabilità nelle sue possibilità di accesso e di utilizzo (“have” and “have not”).
Il divario tra chi può sfruttare appieno i benefici della tecnologia e chi ne è escluso (a diversi livelli) rappresenta il Digital Divide.
Dobbiamo fare molta attenzione nel trattare questo argomento, perché spesso, dietro allo stesso termine, si riportano diverse problematiche, che vanno dalla differenza tra le nazioni e popoli più ricchi rispetto a quelli più poveri (documentabile nei siti dei vari organismi ONU/UNDP.org), dal divario esistente anche all'interno delle nazioni più ricche tra di loro (creando vantaggi competitivi per l'economia), tra ceti, generazioni, differenti collocazioni urbane.
Spesso poi si associa al Digital Divide il solo aspetto tecnologico, cioè la disponibilità o meno di personal computers, accessi al network, etc., e si trascurano altri aspetti sociali e culturali che contribuiscono a creare differenze notevoli in termini di potenzialità e capacità di utilizzo della tecnologia, per esempio livello culturale, scolarità, disponibilità di tempo o di risorse economiche, etc..
Questo è un errore che spesso limita le discussioni e le iniziative sul Digital Divide su argomenti e dibattiti per gli “addetti ai lavori”, mentre il Digital Divide, con l'attuale disponibilità di tecnologia di qualità e costi in calo, diventerà sempre più un argomento/problema/opportunità sociale.
Il rapporto seguente si focalizza sulla realtà italiana, e vuole evidenziare i punti forti e i punti deboli della nostra situazione per quanto riguarda l'Information and Communation Technology (ICT), cercando di delineare il suo scenario evolutivo, analizzando poi gli aspetti sociali e culturali che riguardano il Digital Divide e alcune proposte di miglioramento.
Il Digital Divide: il caso Italia
La situazione economica e sociale italiana è caratterizzata da lento declino, e dalla difficoltà di impostare una ripresa sana, trainata da una ritrovata capacità di innovare/rinnovare.
Ci sono molte ragioni struttuali, politiche, culturali, che hanno portato a questa condizione.
È comunque evidente che, senza un cambiamento di prospettiva, siamo destinanti a un futuro caratterizzato da difficoltà sempre crescenti nel mondo del lavoro, nelle relazioni interpersonali e sociali; più in generale nella qualità della vita.
In parallelo la tecnologia ICT negli ultimi anni ha dimostrato di poter fornire strumenti in grado di fare fare un salto qualitativo in tutte sue le applicazioni, dalla grande Industria come ai soggetti medio piccoli, dalla gestione e al supporto sociale, ai singoli individui. Lo sviluppo delle tecnologie di rete, del software, dell'hardware, hanno infatti determinato condizioni poco prevedibili fino a qualche anno or sono, e la loro evoluzione non è destinata a ridursi nei breve periodo.
È un potenziale incredibile, e una grande occasione da cogliere, se sapremo creare le condizioni ottimali di impegno e investimento. E' una grande (potenziale) opportunità.
Questa potenzialità è in questo momento scarsamente sfruttata, per effetto di alcuni limiti evidenti sia nella nostra capacità di investire in ricerca e innovazione che di trasformare le tecnologie in strumenti a più ampia diffusione. Approfondendo molti contesti possiamo scoprire che i fattori bloccanti hanno anche elementi comuni per aspetti non tecnici/tecnologici ,che non permettono il “salto di qualità”; e che rappresentano il nostro "Digital Divide Culturale".
Spesso si immagina il digital divide culturale come il confronto tra gli utilizzatori più smaliziati dei computer e quelli che hanno meno dimestichezza (meno skills), vedremo che questo è solo uno degli aspetti, che potrebbe essere meno significativo se gli strumenti IT venissero disegnati con l'obiettivo di privilegiare più il numero degli utilizzatori e il valore aggiunto delle loro funzioni che non l'ampliamento di alcune opzioni, che poi spesso restano praticamente inutilizzate proprio perché di difficile assimilazione. La rincorsa all'ultima features da parte degli sviluppatori ha come conseguenza la creazione di una elite di “esperti”, e una limitata diffusione e standardizzazione delle funzioni per cui il software era stato concepito.
È poi errato anche pensare che il digital divide culturale sia esclusivamente un fenomeno di classe, di ceto o di anagrafe. Ci sono alcuni aspetti che dipendono fortemente dal livello scolastico o dalle condizioni economiche, ma altri che sono più legati alla scarsa propensione al cambiamento e al rischio, che oggi sono caratteristici della nostra classe dirigente, e che contribuiscono notevolmente alla attuale fase recessiva.
Quali sono, in sintesi, i fattori che determinano il Digital Divide Culturale in Italia?
- Carenza di strumenti;
- Limitata possibilità di connessione alla rete;
- Indisponibilità di formazione strutturata e continua;
- Carenza di supporto in caso di problemi o di necessità di approfondimenti;
- Carenza di curiosità e di spirito innovativo; scarsa propensione al rischio;
- Scarsa capacità di socializzazione;
- La situazione del mezzogiorno
La diffusione delle tecnologie digitali rappresenta un fenomeno molto importante e una grande risorsa per il futuro, sia per gli aspetti economici che per quelli sociali.
Abbiamo sviluppato nuove modalità di lavoro, di socialità, e stiamo scoprendo continuamente nuove aree di applicazione anche nel supporto alla vita quotidiana delle persone, si pensi alle utilizzo delle reti per il supporto e la comunicazione a distanza, il supporto alle diverse forme di disabilità, alla telemedicina o alla domotica).
Come ogni importante risorsa anche l'Innovazione tecnologica presenta problemi di variabilità nelle sue possibilità di accesso e di utilizzo (“have” and “have not”).
Il divario tra chi può sfruttare appieno i benefici della tecnologia e chi ne è escluso (a diversi livelli) rappresenta il Digital Divide.
Dobbiamo fare molta attenzione nel trattare questo argomento, perché spesso, dietro allo stesso termine, si riportano diverse problematiche, che vanno dalla differenza tra le nazioni e popoli più ricchi rispetto a quelli più poveri (documentabile nei siti dei vari organismi ONU/UNDP.org), dal divario esistente anche all'interno delle nazioni più ricche tra di loro (creando vantaggi competitivi per l'economia), tra ceti, generazioni, differenti collocazioni urbane.
Spesso poi si associa al Digital Divide il solo aspetto tecnologico, cioè la disponibilità o meno di personal computers, accessi al network, etc., e si trascurano altri aspetti sociali e culturali che contribuiscono a creare differenze notevoli in termini di potenzialità e capacità di utilizzo della tecnologia, per esempio livello culturale, scolarità, disponibilità di tempo o di risorse economiche, etc..
Questo è un errore che spesso limita le discussioni e le iniziative sul Digital Divide su argomenti e dibattiti per gli “addetti ai lavori”, mentre il Digital Divide, con l'attuale disponibilità di tecnologia di qualità e costi in calo, diventerà sempre più un argomento/problema/opportunità sociale.
Il rapporto seguente si focalizza sulla realtà italiana, e vuole evidenziare i punti forti e i punti deboli della nostra situazione per quanto riguarda l'Information and Communation Technology (ICT), cercando di delineare il suo scenario evolutivo, analizzando poi gli aspetti sociali e culturali che riguardano il Digital Divide e alcune proposte di miglioramento.
Il Digital Divide: il caso Italia
La situazione economica e sociale italiana è caratterizzata da lento declino, e dalla difficoltà di impostare una ripresa sana, trainata da una ritrovata capacità di innovare/rinnovare.
Ci sono molte ragioni struttuali, politiche, culturali, che hanno portato a questa condizione.
È comunque evidente che, senza un cambiamento di prospettiva, siamo destinanti a un futuro caratterizzato da difficoltà sempre crescenti nel mondo del lavoro, nelle relazioni interpersonali e sociali; più in generale nella qualità della vita.
In parallelo la tecnologia ICT negli ultimi anni ha dimostrato di poter fornire strumenti in grado di fare fare un salto qualitativo in tutte sue le applicazioni, dalla grande Industria come ai soggetti medio piccoli, dalla gestione e al supporto sociale, ai singoli individui. Lo sviluppo delle tecnologie di rete, del software, dell'hardware, hanno infatti determinato condizioni poco prevedibili fino a qualche anno or sono, e la loro evoluzione non è destinata a ridursi nei breve periodo.
È un potenziale incredibile, e una grande occasione da cogliere, se sapremo creare le condizioni ottimali di impegno e investimento. E' una grande (potenziale) opportunità.
Questa potenzialità è in questo momento scarsamente sfruttata, per effetto di alcuni limiti evidenti sia nella nostra capacità di investire in ricerca e innovazione che di trasformare le tecnologie in strumenti a più ampia diffusione. Approfondendo molti contesti possiamo scoprire che i fattori bloccanti hanno anche elementi comuni per aspetti non tecnici/tecnologici ,che non permettono il “salto di qualità”; e che rappresentano il nostro "Digital Divide Culturale".
Spesso si immagina il digital divide culturale come il confronto tra gli utilizzatori più smaliziati dei computer e quelli che hanno meno dimestichezza (meno skills), vedremo che questo è solo uno degli aspetti, che potrebbe essere meno significativo se gli strumenti IT venissero disegnati con l'obiettivo di privilegiare più il numero degli utilizzatori e il valore aggiunto delle loro funzioni che non l'ampliamento di alcune opzioni, che poi spesso restano praticamente inutilizzate proprio perché di difficile assimilazione. La rincorsa all'ultima features da parte degli sviluppatori ha come conseguenza la creazione di una elite di “esperti”, e una limitata diffusione e standardizzazione delle funzioni per cui il software era stato concepito.
È poi errato anche pensare che il digital divide culturale sia esclusivamente un fenomeno di classe, di ceto o di anagrafe. Ci sono alcuni aspetti che dipendono fortemente dal livello scolastico o dalle condizioni economiche, ma altri che sono più legati alla scarsa propensione al cambiamento e al rischio, che oggi sono caratteristici della nostra classe dirigente, e che contribuiscono notevolmente alla attuale fase recessiva.
Quali sono, in sintesi, i fattori che determinano il Digital Divide Culturale in Italia?
- Carenza di strumenti;
- Limitata possibilità di connessione alla rete;
- Indisponibilità di formazione strutturata e continua;
- Carenza di supporto in caso di problemi o di necessità di approfondimenti;
- Carenza di curiosità e di spirito innovativo; scarsa propensione al rischio;
- Scarsa capacità di socializzazione;
- La situazione del mezzogiorno
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