giovedì, novembre 08, 2018

Ritorno al passato





Da due anni avevo smesso di scrivere su questo blog. Ero stato abbagliato dalla facilità d'uso del social. Lì tutto è semplice e farsi un social è questione di minuti. Hai tutti i servizi pronti e amici da ogni dove spuntano come funghi.
Dal passato dalla prima elementare, dai vari lavoretti svolti ed amorazzi frequentati. Gente che da anni non vedevi e che adesso chiami "amici".  Puoi fare di tutto e in pochissimo tempo. Come capita per molte cose adesso: eliminare le complicazioni, quando in quei giorni il mio blog andava mantenuto con robe sempre più complesse ed usando strumenti sempre più sofisticati e contenuti sempre più veri e quindi complessi.
Quindi lasciai perdere il mio diario. Mi son buttato anch'io nei social, pur con la coscienza sottile di aver tradito questo diario che ogni tanto occhieggiavo come un vecchio giocattolo lasciato in fondo ad un cassetto.
Poi il social mi ha stufato. Troppa gente, troppo di tutto che non ti lascia pensare. Dal social puoi solo arrabbiarti, seguendo il corteo delle frustrazioni, salutando gli "amici" per un attimo, senza seguirli davvero. E' forse allora che mi son sentito schiacciato e prigioniero del pensiero unico sotteso all'unico format frequentabile/pensabile/agibile: quello dal solito colore e dalle mille facce sempre uguali dei soliti politici. Quei contenuti non posso cancellarli. E allora torno in questa officina per smontarlo, cambiarlo o aggiustarlo come un vero meccanico sui suoi motori. Avevo voglia di forme mie che in qualche  modo esorcizzassero la mia recente schiavitù. 
E adesso sono qui nel mio orto, nel mio campo dietro casa perché questa è la mia piantagione di idee che renderanno i social solo dei trampolini per la rete, nient'altro che pozzanghere in cui saltare dopo la pioggia. Se a qualcuno interesserà mi troverà qui.


Poi il mio amico mi chiede che fine ha fatto il mio vecchio blog. Da quel momento Lentamente ho ripreso a frequentarlo.

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