sabato, marzo 16, 2019

Lo sciopero per il clima



Stamani ascoltavo i ragazzini intervistati alle radio e mi è presa male.  Al contrario di Cruciani de La Zanzara, il quale si è dichiarato dispiaciuto profondamente per la partecipazione della figlia tredicenne al corteo.
Mi son chiesto perché io al contrario di lui stamani avevo le lacrime agli occhi, pensando al futuro dell’ambiente, ai ghiacciai che si stanno sciogliendo ed alle tremende conseguenze che ci aspettano e che subiranno i nostri figli.
Si, certo, non sono abbastanza maschio e sono inabile al “menefrego” di fascista memoria. Mi sento male a pensare a quel che stiamo perdendo. E lo sento davvero dentro. Questa distanza dalla natura che devo subire mi fa star male. Cruciani come Trump manifesta una boria tale che solo si giustifica col  suo saggio maturo e vecchio attenersi ai fatti. Nulla potranno fare questi cortei dice il pensiero dell’anziano. È una bischerata e nulla potrà cambiare. Questo spirito cinico forse ci aiuta e ci fa riflettere su quel che gli adulti dovrebbero fare per migliorare: concretezza e pragmatismo.
Le mie lacrime da ragazzina nascono invece da altro: necessità di valori di buone intenzioni di orizzonti su cui impegnarmi e sensibilizzare gli altri all’impegno.
Lui da maturo inquadra il corteo nel panorama delle vecchie ideologie e di fatto porta acqua al mulino dei violentatori dell’habitat, ai profittatori. Io ho bisogno di lacrime che ci aiutino a sopravvivere, tutti insieme. Anche coloro che negano l’imminente disastro e pensano di farla franca.

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